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Ora é come un vento che si va placando
un canto mesto un filo flebile

sulla crosta del silenzio

un gemito che guaisce narrando

d'altri tempi un dolore nuovo

dove scolorano la fame ed il freddo

in un vuoto immenso
dove ci si perde e dove si sta stretti.

Là il pensiero

più non si cura di risalir l'abisso.


 

 Rosetta Sacchi - 21/11/2020 12:44:00 [ leggi altri commenti di Rosetta Sacchi » ]

Ringrazio molto Rosa Maria Cantatore e Dedalus per il loro passaggio ed il giudizio espresso.
Un caro saluto

 Rosa Maria Cantatore - 21/11/2020 11:50:00 [ leggi altri commenti di Rosa Maria Cantatore » ]

tutto si placa, col tempo. Tutto scolora.

E perde d’importanza, di valore anche il "risalir/l’abisso".

Tristi, meravigliosi versi.

 Dedalus - 20/11/2020 18:05:00 [ leggi altri commenti di Dedalus » ]

Ancora il vento protagonista metaforico di un "canto mesto" che si alza dando voce al silenzio in cui gravitano ricordi e dolori di altri tempi. Un canto che narra a tutto campo delle intime vicissitudini, un canto che del silenzio è portavoce, un canto che ambirebbe a non esser tale ma di gioie foriero. Gli aspetti che in una manciata di versi la poetessa illustra sono da un certo punto di vista affascinanti, chissà... forse alla base ci son crucci d’amore? O di altro genere? Nei suoi versi l’autrice non accenna minimamente a svelarne l’origine dando così spazio al lettore di immaginare e di rapportare a se stesso la precarietà dei suoi stati d’animo. E proprio questo aspetto è quello che dà lustro alla lirica. Molto bella.

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